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Aule virtuali: quante volte abbiamo sentito e continuiamo a sentire queste parole? Se c’è una cosa che ci ha lasciato il lockdown dovuto alla pandemia del Covid-19 è sicuramente un nuovo bisogno di aule virtuali, sia per aziende sia per privati.

Cosa sono le aule virtuali

Nei due mesi di quarantena tutti noi abbiamo sperimentato una nuova modalità di lavoro: lo smartworking. Con questo termine non si intende soltanto tutto ciò che può essere considerato come “lavoro da remoto” bensì tutta una serie di attività che improvvisamente sono state sdoganate e che vengono felicemente espletate da un paio di mesi a questa parte da remoto grazie alle aule virtuali, come ad esempio:

  • intere sessioni lavorative
  • corsi di formazione, one to one e di gruppo
  • riunioni, meeting e tutto ciò che comporta i momenti in cui il gruppo di lavoro sta insieme

Non parliamo solo di corsi da remoto OnAir, ma stiamo facendo un discorso più ampio che comprende conferenze, coaching one to one, sessioni di lavoro. Tutte queste attività, alla fine in questo 2020, saranno considerate poco più di una cornice, lasciando lo spazio centrale ad un concetto essenziale, ovvero l’aula virtuale.

Quali sono i tool che ci mettono in condizione di attivare le aule virtuali? Ce ne sono tanti, da Teams, la novità in casa Microsoft, a Whereby, piacevole sorpresa, al pluriosannato Zoom, fino ad arrivare alle nostre vecchie conoscenze Skype e Google Hangout.

Aule Virtuali: impostarle è facilissimo.

Nei prossimi tempi assisteremo quasi sicuramente alla nascita di super consulenti in aule virtuali in questo mondo ormai  consumato da troppa consulenza, troppi servizi, e pochi prodotti, se non digitali.

Dobbiamo però tenere a mente che le aziende che intendono dotarsi di aule virtuali, e che quindi avranno dopo il lockdown un impatto notevole su quello che è il lavoro da remoto, non devono assolutamente prendere sotto gamba la situazione. Le modalità di lavoro da remoto, infatti, sono destinate a diventare parte integrante del nostro modo di lavorare.

aule virtuali

Quali sono i tool oggi che noi di Effettoundici consigliamo per impostare delle aule virtuali di un certo livello?

Lasciate stare qualsiasi tipo di esperimento custom, sarebbe poco proficuo. Il supermercato tecnologico che oggi è il web ti mette dinnanzi una vastissima gamma di strumenti adatti alla creazione di aule virtuali già pronti per essere utilizzati:

  • Whereby (a nostro avviso davvero ben fatto, semplicissimo da utilizzare, con un abbonamento per la versione base alla portata di tutti)
  • Teams (buono anche un po’ più complesso da usare, è il “gioiello di casa Microsoft”, un po’ più costoso di Whereby, ottime funzionalità… dipende cosa si vuol fare!)
  • Zoom (a noi personalmente non piace) offre comunque spunti e opzioni per la “virtualità” dell’aula molto notevoli
  • Skype e Google Hangout, gratuiti, non hanno bisogno di presentazioni… a nostro avviso vanno benissimo per tutta una serie di lavori da remoto che non concernono operazioni complesse quali lezioni one to one, sessioni di lavoro a due, ecc.

Benefici aule virtuali per le aziende e per la collettività

Un’aula virtuale non vuol dire solo “lavoro da remoto“, vuol dire anche impatto ambientale (meno automobili in giro per la città all’ora di punta!) e più facilità per le giovani madri di prendersi cura dei propri figli durante l’attività lavorativa e non solo, la lista dei benefici per la collettività è lunghissima, vi sembra poco?

A noi per niente. Ma non è tutto, elencare i benefici del lavoro da remoto sulla salute psico fisica di un’intera comunità è un qualcosa che non ci sentiamo di fare, non siamo psicologi, non siamo coach dell’ultima ora, semplicemente guardiamo alla crescita personale con un punto di domanda su quello che sarà il domani: il domani di tutti tra la realtà e il virtuale.

L’aula virtuale rappresenta, da un lato, una liberazione per la società di oggi, fatta di tempi flessibili e modellati sulle nostre esigenze, ma dall’altro può diventare un flusso di lavoro continuo e costante, che non lascia spazio a minuti di riposo casalingo: ore e ore di call, meeting online, dirette Facebook, e chi più o ne ha più ne metta.

Una marea di occasioni in real time virtuali caratterizzeranno le nostre giornate: guru che parlano online, personaggi di vario tipo che sponsorizzano video-corsi, tutti che dicono la propria in un’unica e mastodontica aula virtuale che si chiama web.

Chi ci perde e chi ci guadagna con le aule virtuali

E i nostri vecchi cari coworking? Eh, forse loro ci perderanno… e i nostri fantastici coliving? Anche loro forse subiranno un contraccolpo a causa delle aule virtuali. Ma una delle verità che stanno dietro alle aule virtuali è che in qualche modo spingono verso l’isolamento e il distacco sociale: tanta tecnologia, ma poca umanità. Staremo a vedere come si combineranno il bisogno di comunicare di persona con la comodità delle aule virtuali

E quindi i bar, i ristoranti, gli alberghi e tutti i luoghi dove ci si ritrovava in carne e ossa? Puff, quasi tutti spariti in un istante chiamato aula virtuale.

In realtà non è proprio così, ma poco ci manca. Rischiamo il totale collasso della nostra vita sociale a discapito di una libertà di tipo virtuale in ambito lavorativo, di una flessibilità mai acquista in battaglie epiche tra lavoratori e datori di lavoro, ecco il lascito del Covid-19.  Ci ha aperto nuovi orizzonti, ma, al contempo li ha anche ristretti in aule che un pochino dopo l’aspetto libero e fluido del virtuale cominciano a farsi sentire strette, totalizzanti e difficili da gestire.

Per qualsiasi informazione riguardante l’impostazione della tua aula virtuale scrivici a info@effettundici.it, più che il tuo maxi consulente che ti spiega il potere del remoto vorremmo essere in grado di metterti concretamente in condizione di lavorare da remoto, seguire corsi, e quant’altro… tutti qui 🙂

Se ci sei batti, un colpo! A presto.